Celiachia: rimborso per gli alimenti senza glutine
La celiachia, ovvero l’intolleranza al glutine, colpisce almeno 1 italiano su 10 e spesso molte persone non sanno neanche di esserne affette. Essendo il glutine una sostanza proteica contenuta in vari alimenti come cereali, avena, orzo, frumento e farina, è sempre più difficile per i celiaci organizzare la propria dieta quotidiana. Il celiaco è costretto ad eliminare dalla propria tavola pasta, pane, pizza ed ogni cosa che possa contenere tracce di glutine. Non esiste infatti una terapia medica per la celiachia ed è quindi necessario correggere la propria alimentazione giornaliera per mantenersi in buona salute e contenere i fastidi derivanti dalla malattia. Una rigorosa ed attenta dieta è quindi indispensabile per contrastare gli effetti della patologia senza dover rinunciare ad una vita normale. Oggi in commercio è possibile trovare tantissimi prodotti senza glutine come biscotti, pasta, pane, cereali e farine. Inoltre molti ristoranti e locali preparano un menù speciale pensato appositamente per chi soffre di celiachia. Il problema principale è che gli alimenti senza glutine non sempre hanno un costo contenuto o comunque accessibile a tutti.
Per questo è bene sapere che una volta diagnosticata la malattia, la persona ha pienamente diritto ad avere gratuitamente gli alimenti senza glutine nelle farmacie e nei supermercati specializzati. In realtà molti celiaci non sanno di avere questa opportunità ed è anche per questo che spesso si organizzano forum e incontri informativi di vario tipo. Il celiaco può ricevere i prodotti necessari fino al raggiungimento di un tetto mensile, come stabilito dal decreto ministeriale del 04/05/06. Secondo la legge ogni malato tra i sei mesi e l’anno di età ha un tetto di spesa di 45 euro mentre fino ai tre anni il tetto è esteso a 62 euro. Per i bambini fino ai dieci anni il tetto di spesa massima è di 94 euro che per gli adulti arriva fino a 140 euro per gli uomini e a 99 euro per le donne. Queste sono le cifre stanziate per ogni persona colpita da celiachia ma possono anche variare a seconda della propria regione di appartenenza e della Asl di riferimento. Per essere costantemente aggiornati è sempre meglio consultare di tanto in tanto il sito dell’AIC (Associazione Italiana Celiachia).
Negli ultimi anni la burocrazia italiana ha vivamente discusso per classificare nel modo corretto la malattia. Infatti è stato abbastanza controverso il percorso di analisi e codificazione della celiachia condotto dalle istituzioni della sanità. Nonostante si tratti di una malattia autoimmune a predisposizione genetica, la normativa italiana attualmente non include la celiachia nella lista delle cosiddette malattie croniche ma la annovera piuttosto tra le malattie definite rare. In quanto malattia rara sono previsti alcuni diritti per le persone affette da questa patologia. Infatti il decreto 279 del 2001 ha disposto l’esenzione dalle spese per le prestazioni sanitarie in caso di sospetto diagnostico e per le analisi di diagnosi dei propri parenti. Come per l’ammontare del rimborso degli alimenti per celiaci, anche in questo ambito la situazione può differenziarsi tra una regione e l’altra ed è quindi bene prendere informazioni presso le Asl o l’AIC. Puoi trovare maggiori informazioni a questo link.
